Grazie per il riciclo!

Buon Natale a voi poveri derelitti che avete cliccato sul link per aprire il mio blog. Mi spiace che vi sia accaduto proprio oggi.

Avrei due o tre cosette da dire, ma il tema, inaspettatamente, non è il Natale. Lo spunto mi viene però da tale occasione, in cui il crescere dell’ipocrisia delle persone riesce a toccare dei livelli tali per cui la mia generica filosofia dello sbattermene non funziona più. Ecco quindi sopraggiungere una serie di “vaffanculo” che si posano “come colombe” (cit.) sulla punta della mia lingua e tendono a voler fuoriuscire.

Istruzioni per regali dell'alta borghesia milanese (cit.)

Istruzioni per regali dell’alta borghesia milanese (cit.)

Innanzitutto mi permetto di ricordarvi che dire grazie non vi trasmette l’ebola. Perché per quanto minimo sia lo sbattimento che per voi l’altra persona ha compiuto, non era dovuto.
Niente è dovuto a nessuno.
Ad esempio, non è dovuto che tizio A presti la macchina a tizio B. Se lo fa, tizio B dovrebbe dire grazie. Mi sbaglio?
Ecco altri esempi perché i quattro neuroni di voi non-ringraziatori si mettano in azione.
– Tizio A presta 50€ a tizio B ==> dire grazie
– Tizio A trasmette la gonorrea a tizio B ==>  non dire grazie
Questo per dire che se uno stronzo fa gratuitamente una cosa a voi gradita, dire grazie è IL MINIMO dell’educazione di base, livello bambini di due anni (davvero eh, mia figlia ha 2 anni e dice grazie, cioè è più “gasse”, ma il punto non è quello).

Il mio secondo appunto è sui regali riciclati.
Io credo che non sia del tutto un errore.

Se ricevete due forni a microonde, regalarne uno è ok, secondo me.
Vantarvi di aver comprato una cosa per qualcuno, quando l’avete solamente ricevuta da Poltronesofà in regalo all’ultimo acquisto di un inginocchiatoio in pelle umana, vi fa sembrare dei pezzenti. Perché magari potreste semplicemente dire: “Guarda quest’anno vorrei regalarti quell’inginocchiatoio che volevi da sempre, ne ho uno nuovo in cantina e da me prende solo polvere”. Oppure non regalate niente.
Davvero, io preferisco niente all’omaggio commerciale della vostra assicurazione dell’auto.
Preferisco niente alla tazza con la macchia di tè sul fondo, con i disegni sbiaditi dalla lavastoviglie.
Preferisco niente all’ombrello che avete usato tutto l’autunno e avete reinfilato nella confezione, sperando che non me ne accorga.
Nessuno ve l’ha chiesto il regalo. Nessuno voleva intaccare le vostre finanze. E allora evitate, no?
Ci guadagniamo tutti.
La vostra faccia in primis.

 

The planet is fine, the people are fucked (Cit.)

Ce l’ho fatta per alcuni giorni a non dire niente e giuro che ero praticamente ad un passo dall’autocostringermi ad evitare la vicenda, facendo in modo che per me non fosse mai accaduta.

Mr._Burns_Hippie

Come evincerete dal titolo, beh non ce l’ho fatta. Bene, l’argomento in questione, come avrete capito dall’immagine qui sopra, è l’azione di Greenpeace alle linee di Nazca.
Nel caso non sapeste cosa sia successo, beati voi, potete leggerlo qui: LINK.
Nel caso non sapeste cosa siano le linee di Nazca, potete leggerlo qui: LINK.

Lo YOLO di Greenpeace, prima dello shitstorm.

Lo YOLO di Greenpeace, prima dello shitstorm.

“Smettetela, non hanno commesso nessun reato, non hanno ammazzato nessuno” dice una loro fan, a cui mi sento di rispondere, che se una persona entra in casa sua e la pesta a sangue lasciandola viva, è comunque reato, AD ESEMPIO. Non credo che la l’ordinamento giuridico del Perù preveda esclusivamente il reato di omicidio.

Ma ancora, il peggio è stato leggere, sul loro sito:

“In molti dei messaggi che abbiamo ricevuto, e stiamo ricevendo in queste ore, ci viene chiesto per quale motivo non stiamo rispondendo a tutte le singole questioni che compongono questa delicata vicenda: una su tutte, la prima risposta su Facebook (“possiamo rassicurarti che non è stato fatto alcun danno. Il messaggio è stato scritto in lettere di stoffa gettate a terra senza toccare minimamente le linee di Nazca“), che è stata data a fronte delle prime, comprensibili, preoccupazioni ed è ovviamente riferita ai danni ai geoglifi, ovvero all’opera archeologica in quanto tale. Ci risulta – infatti – che questi preziosi reperti non siano stati danneggiati, ma ovviamente Greenpeace intende assumersi la responsabilità per tutti gli eventuali danni al sito che ospita il geoglifo del Colibrì di Nazca.”

EVENTUALI DANNI? EVENTUALI?

Quali, tipo questi?

Comunque cosa è successo? E’ successo che è arrivata una vera e propria shitstorm sulle loro teste, con conseguenze legali e finanziarie… Saranno contenti i sostenitori, che per SALVARE IL PIANETA devono ripagare le puttanate degli attivisti.

Alla prossima

J.B. Parabola

 

Qualcuno pensi ai bambini!

“Bullshit”

 

Non li commento mai, i fatti di cronaca: non è una forma di élitarismo intelletualoide del genere “leggo solo saggistica di economia politica internazionale”. E’ che solitamente non mi coinvolge, così come dovrebbe essere anche per tutto il resto della popolazione.
Dopo la maternità, in particolare, evito di leggere tragedie che riguardino i bambini. Conosco a grandi linee le vicende, perché le leggo di sfuggita quando dedico quei dieci minuti quotidiani alla mia informazione su cosa succeda nel mondo, nella speranza che una razza aliena si impossessi del pianeta.
Sembra essere perfettamente tollerato invece che chiunque possa mettere il becco nelle faccende altrui, soprattutto quando si tratta di storie di cronaca, con risvolti macabri, con vicende tremende, violente.

Ci stai pensando?
Ho letto un articolo che parlava di un padre che accoltella il figlio di sedici anni perché passa tutto il tempo sui videogiochi e poi si suicida. Il mio pensiero alla fine della lettura dell’articolo è stato “Oh beh almeno il ragazzo non è morto”. Per mio errore, e ammetto che la colpa sia mia che potevo limitarmi alla lettura del suddetto, sono scesa nella lettura, incontrando i commenti dei lettori (tratti da una pagina di facebook).
Commento super indignato “La colpa è dei videogiochi, ai miei tempi ste cose non succedevano”. Applausi e like come se piovesse.
Commento super indignato 2: “Il figlio l’avrà esasperato, io sono contro la violenza, però…
Io voglio dirvi una cosa, cari miei leoni da tastiera, mentecatti dell’era di internet, moderni inquisitori del niente: non so con chi vogliate simpatizzare, a chi vogliate dimostrare la vostra superiorità intellettuale e morale, ma non ci state riuscendo, siete solo l’ennesimo specchio della società da indignati costanti, alla ricerca del carnefice e del particolare scabroso di ogni vicenda di cronaca.
Non voglio essere banale, quindi in amicizia vi dedico questo:

http://www.youtube.com/watch?v=8HJDkeg4YRY

E quando l’indignazione per il fatto di cronaca sarà passato, sono sicura che tornerete a discutere della “politica ladrona”, della “massoneria sionista”, delle scie chimiche e del cazzo e della merda (cit.)
Saluti indignati a voi.

J.B. Parabola

 

Riflettere sui sanitari – Non essere niente.

Ci sono alcuni momenti in cui un po’ di carattere va tirato fuori, per affrontare quello che ci capita. La mia idea è che bene o male piangersi addosso non serva, soprattutto quando “quello che capita” sappiamo poter essere superato, perché ci siamo già passati.
Allora alla luce di questa mia considerazione, me la sento di inaugurare questo blog così, con un bel pensiero per tutti coloro che leggono o leggeranno (o snobberanno questo blog).
Voi non siete niente.
Nemmeno io sono niente.
Non è una riflessione sulla grandezza dell’universo, ma una riflessione sulla linea sottile che ci collega gli uni agli altri: nessuno è fondamentale. Magari alcune linee sono meno sottili, altre meno spesse… non cambia. La rete rimane lì attaccata allo stesso modo, per questo non riesco a condividere le vostre manie di grandezza, il vostro riempirvi la bocca di “io sono questo, io sono questo…”. Mi domando cosa ne sappiate di chi sono gli altri. E comunque la risposta è sempre “non sono niente”.

Io riesco perfettamente ad immaginare l’universo senza la mia esistenza, con tutte le conseguenze del caso. Non cambierebbe granché per l’ordine delle cose, in fondo.
Questa non è una scarsa autostima, è realtà. Provateci, secondo me è un punto interessante su cui riflettere.

ELENCO DI COSE SU CUI RIFLETTERE MENTRE SI DEFECA:

– Quanto aveva ragione Lombroso? Quanto aveva torto?
– Perché le persone su internet si sentono pervase dalla conoscenza? (protip: la risposta è “Google”)
– Per quale motivo continuare con Due uomini e mezzo dopo aver licenziato il protagonista? (protip 2: secondo me c’è il buon motivo, non è Ashton Pecchia, o come si chiama, è “far soldi” il buon motivo).
– Per quale motivo le persone considerano internet DIVERSO dalla vita vera. Internet è parte della vita vera. Le persone con cui parlate su internet esistono, non sono dei bot (a meno che non andiate sui siti tipo “talk with god” etc…).
– Perché guardiamo serie tv che sembrano non piacere a nessun altro al mondo?
Ah, io in bagno non penso. Conto le piastrelle, da quando ho imparato a contare.

Piastrelle da contare

NEXT ON ISOLATI
– Perché l’isolamento è bello.
– Perché il bello è isolato.
– Bello isolato il è perché.

Resulsofà

Buonasera e benvenuti nel blog ufficiale dell’Isolamento, sempre che questo sia sociale e volontario.
Se invece vi sentite isolati perché siete stati relegati in una prigione di massima sicurezza per aver scaricato illegalmente file di dubbia provenienza, allora non troverete niente per voi in questo spazio.
Se siete isolati perché le persone vi reputano insopportabili, allora per favore allontanatevi, perché qui siamo pieni di pregiudizi sociali.
Per favore, mettetevi comodi in attesa del lancio ufficiale del blog (?).
Un abbraccio ricco di spine dalla vostra

J.B.Parabola.